Forte Busa Verle

Costruito dagli austriaci  tra il 1907 e il 1914, sorge quasi al confine tra le province di Trento e Vicenza, sull’Altipiano di Vezzena, tra le malghe Busa Verle e Cima Verle a quota 1506. Insieme ai forti Campo di Luserna e Belvedere di Lavarone, costituiva la cintura difensiva più avanzata sul confine tra l’Impero Austroungarico e il Regno d’Italia e bloccava la strada per l’Altopiano di Asiago.

Pesantemente bombardato nei primi mesi di guerra, dal maggio 1916 con l’inizio della Strafexpedition (spedizione punitiva) e lo spostamento più a sud-est del fronte, divenne sede di alloggiamenti e punto ottico di collegamento.

Fu smantellato negli anni ’30 e venduto al Comune di Levico, insieme al Forte del Pizzo, per 2.600 Lire. Il forte si allunga in linea unica in quattro salti successivi, per adattarsi alle curve di livello del terreno. Ogni salto si sviluppa su un’altezza di due piani.  La casamatta principale si sviluppa  per circa 70 metri, dotata di locali per la guarnigione, da una postazione per il combattimento ravvicinato (fianco sx), una batteria di obici e postazione di fiancheggiamento a sud del fossato. Era dotato di quattro cupole girevoli e cunicoli blindati collegavano i vari settori.

Il forte venne attaccato dagli italiani in due riprese, ma visto l’insuccesso dei bombardamenti, progettarono di realizzare una galleria di mina per farlo saltare in aria. La spedizione punitiva del maggio 1916, bloccò sul nascere il progetto degli italiani.

Presso il forte per un periodo prestò servizio il regista e scrittore gardenese Luis Trenker, mentre nel suo testo ”Granaten und Lawinen” Fritz Weber scrive in merito alla struttura: “L’interno è simile a quello di una nave da guerra: corridoi stretti, scalette di ferro, longheroni di acciaio sul soffitto, fasci di cavi lungo le pareti, luce artificiale, ventilatori elettrici, macchinari, odore di nafta e di grasso lubrificante. I locali sono angusti, con muri di cemento spessi un metro; le due cisterne, di cui una per l’acqua potabile, rendono il forte indipendente dall’esterno. Si è pensato persino ai caduti: in una camera mortuaria bare metalliche attendono le eventuali vittime della lotta per questo capolavoro della tecnica militare.”


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