Utilizzato in principio come residenza estiva dai principi vescovi di Trento, dopo un lungo periodo di decadenza iniziato alla fine del Cinquecento, il palazzo venne affidato al governo bavarese che lo trasformò in carcere giudiziario.
Nel 1850 l’edificio venne acquistato dalla Comunità Generale della Valle di Fiemme che con diverse campagne di restauro ha restituito al palazzo l’originario splendore.
La nobile residenza rinascimentale custodisce una straordinaria collezione di opere d’arte, la cui parte più significativa è costituita dai dipinti dei maggiori rappresentanti della Scuola pittorica di Fiemme, attivi dall’inizio del XVII secolo sino al termine del XIX.
Gli ultimi restauri hanno reso accessibili anche le prigioni ottocentesche che, con le loro suggestive incisioni, raccontano vite, ricordi e condanne dei detenuti.
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