Conosciamo Chiara Lubich a ventitré anni e fin dall’inizio incontriamo una giovane donna e il suo sogno, quello di lavorare per realizzare la fratellanza universale.
Siamo a Trento, una città oltraggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Addolorata per la tragedia che vede intorno a sé, Chiara decide di consacrare la sua vita a Dio, l’unico ideale che le sembra non crollare. Insieme ad un gruppo di amiche si dedica ai bisognosi e nel clima d’odio che il conflitto ha generato, si preoccupa di favorire la riconciliazione, sanare le ferite e progettare un futuro migliore per l’umanità.
Siamo in un’epoca storica complessa, caratterizzata da intolleranza e misoginia e Chiara si scontra con le consuetudini del tempo. Suscita scandalo la scelta di andare a vivere in una casa con le sue amiche, come pure la sua abitudine di leggere il Vangelo in pubblico, fino a quel momento prerogativa di uomini religiosi.
La comunità che raccoglie attorno a sé cresce e diventa un Movimento vitale che si diffonde rapidamente in tutto il mondo. Al centro dei suoi dialoghi di pace spiccano la forza dell’amore e la solidarietà che può costruire ponti tra gli uomini di qualunque razza o fede religiosa.